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Questo libro parte dalla stroncatura della sociologia come «inferma scienza» operata da Benedetto Croce fin dai primi anni del secolo scorso, per dimostrare che, dopo la «teoria della relatività» di Albert Einstein (1905) e il «principio di indeterminazione» di Werner Heisenberg (1927), tutte le scienze devono ritenersi «inferme» per non correre il rischio di erigersi in dogma e quindi negare se stesse come scienze. Il concetto crociano di scienza era in realtà «scientistico» e anacronistico - fortunato, però, in una cultura come quella italiana, vetero-umanistica e retorica, com'è rimasta ancora oggi, portata a risolvere i problemi reali in bel canto e gorgheggi irresponsabili, nonché ad esaltare la «bellezza» come se questa fosse di per sé la soluzione per gli antichi problemi di indecisione, improvvisazione e quindi corruzione che da secoli l'affliggono.